Al giorno d’oggi gli attacchi d’ansia sembrano essere il peggior nemico contro cui combattere, tuttavia, l’evoluzione ce ne ricorda i vantaggi nel far fronte a situazioni che ci richiedono, ad esempio, una prestazione. Siamo in grado di fronteggiare un esame, un colloquio di lavoro, o un incidente domestico, grazie all’ansia, che, da buona amica, in questi casi, attiva dei cambiamenti corporei che ci spingono ad agire. Infatti, buoni livelli d’ansia ci permettono di incrementare il nostro impegno, la nostra concentrazione e attenzione a non sbagliare, al fine di raggiungere il nostro obiettivo.
Per assurdo potremmo dire che chi fosse totalmente rilassato in queste situazioni non potrebbe dare il meglio di sé. In alcuni casi, tuttavia, l’ansia assume una forma intensa, eccessiva, che pervade ed invade la nostra realtà facendoci credere di essere l’unica soluzione, portandoci a pensare di essere capaci di rispondere alle difficoltà solo attraverso questa risposta di allarme. In questo caso l’ansia ha il potere di compromettere ogni tipo di prestazione deviando la nostra concentrazione dal focus del problema ai sintomi fisici che, spesso repentinamente, si manifestano nel nostro corpo facendoci perdere il controllo fino a sfociare in un attacco di panico, con il rischio di cadere più facilmente in errore e rendendoci incapaci di fare anche le cose che di solito sappiamo fare bene. Il ripetersi di tali eventi produce un ciclo dell’ansia, fatto di pensieri ed emozioni legati alla nostra identità e ad esempio iniziamo a pensare di essere un fallimento, oppure di non valere abbastanza, oppure, semplicemente di “non essere più in grado”, facendoci sentire tristi, o delusi o impotenti.
L’ansia diventa cronica quando non si riesce a interrompere il ciclo che la sostiene. I sintomi che troviamo descritti nei manuali diagnostici ci aiutano a capire cos’è l’ansia, tuttavia, ciò che vogliamo fare in questo articolo è renderla il più fruibile possibile, affinché termini come “attacchi di panico” o “ansia generalizzata” non siano più qualcosa di oscuro e incomprensibile. A tal fine continueremo il viaggio alla scoperta dei disturbi mentali lasciando a loro la parola.
DISTURBO D’ANSIA GENERALIZZATA
Chi sono
Posso essere una donna intorno ai 30 anni, anche se la mia età può variare considerevolmente dall’adolescenza fino all’età adulta. Ovviamente posso essere anche un uomo, un adolescente o un anziano, tuttavia prediligo il genere femminile e tra tutti i disturbi d’ansia sono quello che insorge, in media, più avanti negli anni. Tuttavia, quando compaio in giovane età tendo a rimanere presente durante tutto l’arco di vita, anche se ogni tanto, per fortuna, sparisco e a creare maggiore difficoltà nella vita quotidiana. Tra i disturbi d’ansia rappresento quello che colpisce più aree di vita, in particolare quelle situazioni che consideriamo prestazionali, specialmente in ambito lavorativo o scolastico.
Che sintomi ho
La mia giornata è scandita da preoccupazioni intense per circostanze quotidiane, routinarie, che non riesco a scacciare e che influenzano la maggior parte delle attività che devo affrontare. Penso costantemente alle mie responsabilità lavorative, genitoriali, alle questioni economiche, alla salute dei miei familiari, fino a temere che possano accadere cose pericolose, oppure, al contrario l’ansia mi attanaglia per piccole cose, come fare la spesa, o far tardi agli appuntamenti. Voi direte: “Chi non ha preoccupazioni durante la giornata?”. Sono d’accordo, tuttavia nel mio caso l’intensità e la durata della preoccupazione è eccessiva rispetto alla reale probabilità che avvenga, talvolta gli attacchi di ansia arrivano anche senza fattori esterni scatenanti. Infine, mi sento spesso irrequieta, con i nervi a fior di pelle, ho difficoltà a concentrarmi e mi sento tesa. A fine giornata sono molto più stanca e affaticata a causa del continuo tentativo di controllare le mie preoccupazioni. Per non farmi mancare niente ho spesso difficoltà a dormire e se lo faccio, la mattina non sono per nulla riposata.
Il mio carattere
Sono una persona che si preoccupa spesso, sia per piccole che per grandi cose. Sono abituata ad affrontare richieste, obiettivi o semplici imprevisti della vita quotidiana con ansia e preoccupazione, perché tendo a vedere il rischio delle situazioni ancor prima che questo sia visibile a tutti gli altri. Il mio tentativo di evitare i pericoli può sembrare molto vantaggioso, ma vi assicuro che la maggior parte delle volte i miei timori non sono necessari e connotano qualsiasi mia esperienza di vita dandogli una sfumatura negativa e spiacevole. Pensate a qualche traguardo raggiunto: diploma? Laurea? Matrimonio? Figli? Ecco, se sei tendente all’ansia, il colore emotivo della tua vita sembrerà essere monotono, non perché tu non abbia un mondo ricco di emozioni, ma perché l’ansia tende a coprirne ogni altra e a mitigarne l’effetto, specialmente se positivo. Inoltre, la mia tendenza ad evitare situazioni rischiose, non fa altro che disincentivare ogni mio desiderio di provare qualcosa di nuovo, in fin dei conti, mi sembra abbastanza ciò che sto facendo, perché pensare di volere o fare di più? L’ansia inibisce anche solo il pensiero di volermi vedere diversa, magari con un taglio nuovo di capelli, o un nuovo rossetto o un lavoro più ambizioso, no, no, meglio non rischiare.
DISTURBO DA ATTACCHI DI PANICO
Chi sono
In generale tendo a colpire una popolazione eterogenea, dagli adolescenti, agli adulti, fino agli anziani, anche se, nell’ultimo caso, in forma meno grave. Tuttavia potrei più facilmente essere una donna tra i 20 e i 24 anni, infatti sono perlopiù presente tra adolescenti e adulti. Quando compaio tendo ad avere un andamento oscillatorio e cronico se non adeguatamente trattato, ma fortunatamente in molti casi sparisco.
Che sintomi ho
La mia vita è caratterizzata dalla paura, intensa e pervasiva, che dilaga come un liquido, che uscendo dal proprio barattolo, non riesce più ad essere contenuto. Mi capita di vivere crisi di panico, inaspettate, che mi colgono all’improvviso, proprio mentre mi sto rilassando, oppure previste, perché consapevole del potenziale pericolo di una situazione che sto vivendo. Quali sono i sintomi di un attacco di panico? La caratteristica comune è il vissuto emotivo di paura o disagio potenti, che sconvolgono il mio corpo e i miei pensieri. Il picco della crisi di panico dura pochi minuti, ma a me sembrano ore, la sensazione di agitazione, spiacevolezza e preoccupazione durano per un tempo molto lungo, anche dopo l’attacco. Il mio corpo comincia a mandarmi segnali che qualcosa non va e, gradualmente, aumentano le palpitazioni, la sudorazione, le gambe che tremano e più cerco di dirmi: “Stai calma! Va tutto bene!” più sento di perdere il controllo, finché l’ansia non ha la meglio e i sintomi diventano ingestibili. Spesso posso anche sentire una sensazione di oppressione al petto, o un nodo alla gola, nausea, vertigini e svenimento, oppure sensazione di soffocamento, brividi o vampate. Qualunque sia il sintomo fisico dei miei attacchi di panico mi porta a pensare di essere pazza, priva di controllo, oppure di avere una malattia e che presto potrei morire. Le mie visite al pronto soccorso sono molto frequenti e raramente credo al primo medico che nomina la parola “ansia”. Nel tempo, il mio timore più grande diventa proprio la “paura della paura”, che possa verificarsi un altro attacco e così comincio ad uscire meno, a usare meno mezzo pubblici, a fare meno attività fisica e a vedere meno le persone a me vicine.
Il mio carattere
Solitamente sono una persona che tende al controllo, non tanto di aspetti esterni, della vita concreta, quanto più di miei stati interni. Ad esempio non mi piace sentire emozioni troppo forti, positive o negative che siano, ho come la sensazione di non essere più al comando. Per questo motivo ho imparato a essere molto razionale, a evitare situazioni nuove e pericolose e a tenere sotto controllo i miei slanci emotivi. Questo non vuol dire che io non senta emozioni, anzi il mio mondo emotivo è ricco e vario, tuttavia mi sono abituato a non dargli retta, a non ascoltarlo. La maggior parte delle volte ci riesco bene, i miei pensieri razionali e concreti mi aiutano in questo, tuttavia, ogni tanto, quando le emozioni sono inaspettate, improvvise o troppo intense bypassano ogni mio check-point e si presentano alla mia attenzione, spesso attraverso il canale corporeo. Il corpo diventa per me uno strumento fondamentale per capire cosa accade “dentro di me”, è il termometro delle mie emozioni. In particolare quando la comunicazione tra pensieri ed emozioni non funziona bene, il mio corpo prende la parola e lo fa attivando uno stato di allarme e ansia che spesso sfocia nell’attacco di panico. Questo accade soprattutto con le emozioni che reputo “negative” e quando succede ho bisogno di stare al sicuro, di solito a casa mia, evitando tutte le situazioni esterne che potrebbero causarmi ansia, vergogna e imbarazzo. Mi sento prigioniero della mia stessa ansia.
DISTURBO D’ANSIA SOCIALE
Chi sono
Posso essere una donna con un’età che comprende l’adolescenza e la giovane età adulta. Ma posso essere anche un uomo o un anziano. Tendenzialmente mi presento inizialmente in giovane età ma anche nella prima infanzia, raramente mi presento per la prima volta in età adulta. Tuttavia, quando compaio tendo ad essere persistente, seppur con miglioramenti nel giro di pochi anni in seguito a trattamenti. Posso manifestarmi in seguito a un’esperienza stressante o umiliante oppure posso svilupparmi lentamente in modo insidioso.
Che sintomi ho
Ho preoccupazioni intense relative a situazioni sociali in cui temo di poter essere esposto all’esame degli altri: ad esempio quando interagisco con le altre persone, quando mi osservano o quando eseguo una prestazione davanti alle altre persone. Temo che tutto ciò che faccio possa essere valutato negativamente dagli altri, sarò umiliato o mi sentirò imbarazzato tanto da essere rifiutato dagli altri. Spesso a causa della mia forte preoccupazione cerco di evitare tutte queste situazioni, cerco di scappare da tutte le interazioni con gli altri. Rispetto alle situazioni future ho una forte ansia in anticipo che si manifesta in me in modo esagerato.
Quando mi presento con paure legate principalmente alla performance, ad esempio fare un discorso o un concerto, comprometto molto la possibilità di stare in tali situazioni.
Mi preoccupo di essere giudicato ansioso, debole, pazzo, stupido; e temo di arrossire, tremare, sudare e che questo mi faccia valutare negativamente dagli altri.
Il mio carattere
Solitamente sono una persona inibita con una grande paura della valutazione delle altre persone, il mio tratto distintivo è arrossire. Spesso tendo a mostrare una postura del corpo eccessivamente rigida, a sfuggire dallo sguardo degli altri, oppure a parlare a voce bassa. Posso essere timido e meno aperto nelle conversazioni, raccontando poco di me. Tendenzialmente ricerco occupazioni in ambiti che non mi richiedono grande contatto sociale. Prediligo il rimanere nella casa di origine più a lungo, tardando il momento del matrimonio o di costruzione della famiglia. Sono molto attento alle altre persone poiché temo di offendere o di essere respinto, quindi se ho paura che mi tremino le mani posso anche vitare di bere, mangiare o scrivere in pubblico. Tendo a sovrastimare le conseguenze negative delle situazioni sociali, mostrando una forte ansia anticipatoria. Per questo motivo trovo nell’evitamento la giusta soluzione rispetto all’affrontare queste situazioni.
AGORAFOBIA
Chi sono
Sono più spesso un adolescente di 17 anni, oppure un giovane adulto di 25 anni. Come per tutti i disturbi d’ansia è più probabile che sia una ragazza, una giovane donna. Tra tutti i disturbi d’ansia sono quello che si associa più frequentemente ad attacchi di panico.
Che sintomi ho
La mia giornata è caratterizzata da paura intensa di affrontare alcune situazioni specifiche, tra cui non mi piace prendere i mezzi pubblici, trovarmi in spazi troppo chiusi (negozi, teatri, cinema) o troppo aperti (parcheggi, piazze, ponti). Inoltre mi trovo spesso in difficoltà se devo aspettare mentre sto facendo una fila, stare troppo tempo tra la folla oppure essere fuori casa da sola. Immagino che queste siano ansie comuni, se riuscissi a condividerle senza vergognarmene, sicuramente incontrerei qualcuno che mi risponda: “Anche io ho paura.” Si, ma io non ho “solo paura” io sono terrorizzata da queste situazioni, come se la mia vita fosse realmente in pericolo, non come se fosse una remota probabilità. Il mio timore maggiore è quello di non riuscire a fuggire in alcune situazioni, oppure di non trovare un soccorso immediato se non dovessi sentirmi bene, oppure se dovessi combinare qualcosa di imbarazzante. L’unica soluzione possibile è evitare attivamente tutti quegli eventi che potrebbero crearmi ansia, non importa quando io ci tenga, sono disposto a rinunciare a molti dei miei desideri per non sentire la stretta dell’ansia.
Il mio carattere
Sebbene sia una persona che funziona bene nel mondo di oggi, con un lavoro, oppure una carriera scolastica e una vita sociale, ho sviluppato una sensazione intrinseca di debolezza fisica e di difficoltà ad attingere alle mie risorse in alcune situazioni che mi fanno paura. In genere, come per chi soffre di altre forme d’ansia, sono una persona sensibile ai sintomi dell’ansia, che considero dannosi e pericolosi anche quando dovrebbero aiutarmi (ad es. prima di un esame). D’altronde la mia famiglia è sempre stata iperprotettiva e solo vicino a loro mi sento davvero sicura, tanto che quando me ne allontano comincio a dubitare delle mie reali capacità e temo cose che, con la loro vicinanza, non mi farebbero così paura. Per questo motivo quando cerco protezione la trovo nelle mura domestiche e tendo facilmente a usare l’evitamento come strategia per risolvere i miei problemi.
DISTURBO D’ANSIA DA SEPARAZIONE
Chi sono
Sono un bambino in età prescolare o scolare, questo non esclude che io possa essere anche un giovane adulto, tuttavia è molto raro. Nell’infanzia i bambini vanno incontro a momenti in cui cercano più attivamente la vicinanza del genitore e sviluppano la paura degli estranei, questo è del tutto normale. Dopo questa fase solitamente avviene un assestamento e la ricerca del genitore si avvia verso una fase di maggior stabilità. Quando però, la situazione è stata particolarmente grave ad esempio un lutto in famiglia o distanza per un periodo prolungato dal genitore di riferimento, la paura della separazione può persistere fino all’età adulta.
Che sintomi ho
La mia giornata è scandita dalla continua preoccupazione di essere separato o allontanato dai miei cari e dalla mia casa. Quando la mamma e il papà mi portano a scuola urlo e scalpito con la sola speranza che non mi lascino lì. Non sto male a scuola e magari mi piace anche, tuttavia trascorro la maggior parte del tempo preoccupandomi che i miei genitori stiano bene, che non gli succeda nulla di male, desiderando il più possibile il momento del ricongiungimento. Spesso la maestra deve chiamare a casa perché ho il vomito, oppure il mal di testa e io ne sono felicissimo così anticipo il momento in cui rivedo i miei genitori. Purtroppo una volta a casa mi calmo per poco tempo, perché di lì a poco arriverà l’ora di andare a letto. Sebbene sia difficile anche per altri bambini il momento del sonno, per me è un incubo: non riesco ad andare in camera da solo e, finché il sonno non ha la meglio, rimango appiccicato ai miei genitori. Quando invece sono un adulto, la mia maggior preoccupazione è la salute della mia famiglia e controllo ripetutamente, chiamando o di persona che stiano tutti bene. Talvolta provo un’ansia così intensa da trascurare il lavoro o la sfera sociale, d’altronde nella mia testa non c’è più spazio, la paura di essere allontanato dalla mia famiglia è totalizzante.
Il mio carattere
La paura ha sempre fatto parte di me, è difficile costruire una mia identità se non strettamente legata all’ansia. Non sono sempre stato così, ho cominciato a sentire il timore di stare da solo quando ho cambiato scuola a 10 anni, oppure quando ho perso il mio cane a cui ero affezionato, o ancora quando è morto lo zio Gianni. La maggior parte delle volte l’ansia da separazione è legata ad un fatto. E da quel momento la mia mamma e il mio papà sono diventati molto protettivi con me e i miei fratelli. Io sentivo quella protezione sicura, anche in adolescenza, quando tutti i miei amici odiavano i loro genitori e facevano di tutto per farli arrabbiare. Per me è difficile immaginarmi come un’entità autonoma, indipendente, che tenta e quando fallisce chiede aiuto. Io di solito, non tento. Sto fermo e spero che qualcosa di brutto non accada.
FOBIA SPECIFICA
Chi sono
Sono un bambino di 10 anni, con un’intensa paura per un oggetto specifico. Più raramente posso essere anche un adulto. Entrambi abbiamo in comune l’aver partecipato ad un evento traumatico direttamente o indirettamente. Ad esempio rimanere bloccati in ascensore, essere attaccati da un animale, oppure aver visto un incidente. Talvolta la paura è associata ad una situazione specifica in cui è avvenuto un attacco di panico che non mi aspettavo, ad esempio mentre facevo la spesa e così, un supermercato, potrebbe diventare la mia più grande paura.
Che sintomi ho
LTalvoltami assale una paura intensa che non riesco a controllare, se non fuggendo. Quando sono un bambino non è semplice comunicare la mia ansia e spesso scoppio a piangere, oppure mi arrabbio, talvolta mi immobilizzo. Ho paura di volare, delle altezze, del sangue, degli animali, degli ascensori…Sia chiaro, avere paura è normale! Tuttavia la mia paura mi spinge a isolarmi dagli amici, a evitare molte situazioni, ad andare male a scuola o a trascurare il lavoro. L’ansia è legata a situazioni che razionalmente, in qualche occasione, so non essere così pericolosa, tuttavia la paura è più forte di me.
Il mio carattere
Sono una persona che tende all’ansia, a viverla solo ed esclusivamente come negativa, a subire le mie paure piuttosto che credere di poterle affrontare e integrare, in parte accettandole, con la mia identità. Di fronte ad un evento traumatico io reagisco con ansia e paura prolungata, ciò che si attiva è la mia sensibilità a tale emozione e la mia sensazione di non poterla gestire.
LA CURA DEI DISTURBI D’ANSIA
Di questo articolo è importate sottolineare innanzitutto il ruolo “buono” dell’ansia, che come tutte le nostre emozioni è normale e fisiologica. Pensare di fuggire dalla paura è come rinunciare ad una parte di noi, che è stata presente fin dall’infanzia e che ha preso parte alla costruzione della nostra persona. Detto questo chi arriva a chiedere aiuto sta sperimentando un livello di ansia distruttivo, che, magari, ha messo a dura prova il lavoro, il matrimonio, la relazione con persone a noi care. In questo caso si può agire e in maniera efficace. È importante dire che nei Disturbi d’ansia ci sono protocolli comportamentali che danno buoni risultati e che sono il gold standard delle terapie. Tuttavia, dopo aver ridotto il disagio provocato dai sintomi più evidenti, è altrettanto fondamentale individuare e lavorare sugli aspetti del nostro carattere che ci rendono più sensibili all’ansia, che ci portano a fuggire piuttosto che affrontare le situazioni e che ci fanno credere di non essere abbastanza forti, o capaci per poterlo fare.
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